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"Apri le mani, riempile con queste foglie lente, non lasciar che una sola vada perduta" E. Montejo


L'inizio di settembre è un po' come l'anno nuovo per me, arrivo riposata e pronta per ripartire con tanto entusiasmo e aspettative nei confronti dei nuovi obiettivi.

Molte energie sono però canalizzate nell'attività mentale e sento che di pari passo alla voglia di fare si accumulano ansia e tensione.

Mi sembra di non avere mai abbastanza tempo per pianificare e realizzare i nuovi progetti.

Durante il mese di agosto mi sono ritrovata a trarre tanto beneficio dallo stare nel qui ed ora, non è stato immediato, ma sicuramente più semplice che nei mesi lavorativi. Questa volta non volevo perdere la forza acquisita dallo stare dentro un'esperienza senza proiettarmi nel futuro (o senza aggrapparmi al passato) perchè in questo tempo lento ho ritrovato una me più radicata e ho sentito un'esigenza molto profonda nel coltivare quegli aspetti che di me trascuro più spesso.

Mi riferisco a quegli aspetti che di solito tollero meno, che attivano tutta una serie di protezioni e negazioni che non fanno altro che farli diventare ancora più evidenti.

Ho sentito la spinta verso questa cura anche per definire meglio me stessa nel mio lavoro, per trovare una voce autentica dentro la me pedagogista:


Posso sostenere altre persone solo quando sono in grado di sostenere me stessa (a livello emotivo, nello sguardo che mi rivolgo, nelle parole che mi dico, nell'ascolto dei messaggi del corpo).


E mentre facevo questi pensieri e scrivevo un piccolo improvvisato elenco delle priorità esistenziali ho ascoltato l'ultima puntata del bellissimo podcast di .Alice Bush.

Era perfettamente in sicronia con le mie sensazioni e mi ha aiutata a metterle in parole.

Mi ha fatto così bene ascoltare quanto le micro-azioni quotidiane sono importanti per creare la versione migliore di noi!

Non sono gli obiettivi raggiunti a definirci, ma le scelte quotidiane che compiamo per aprire le porte a noi stessi, alla nostra parte più arida.


Sono le abitudini di consapevolezza quotidiane:


E' il modo in cui parli a te stessa quando pensi di avere sbagliato qualcosa,


è come scegli di guardare la giornata che sta per iniziare,

è il tempo che ti prendi per respirare profondamente prima di iniziare qualcosa di impegnativo.


E' come impasti il pane (non il fatto che tu lo faccia) ma come lo tocchi.

E' il momento in cui invece di fuggire ti fermi a guardare tuo figlio mentre dorme.

E' la tisana che ti prepari mentre ti ricordi di guardare la notte stellata,

il libro che ti concedi di leggere.

E' la spietatezza con la quale decidi di lasciarti alle spalle i vecchi schemi, e lo fai nelle piccole azioni, tra le grandi paure, respirando quando fa male.

E allora eccola, la mia lista di determinazione e volontà, mi impegno oggi, croce sul cuore, a portarla a termine ogni prezioso giorno di questa sacra vita.




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