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Io sono fiore di cicoria


Ho incontrato l'elicriso in un campo, l'ho strofinato tra le dita, ora mentre scrivo porto la mano sinistra a carezzare la fronte e il suo odore dolce e legnoso mi avvolge.


Dopo mesi, infine, piove.


Lava anche me pioggia mentre cadi sul foglio!

Scivola sulle piccole rughe della pelle, porta nei rivoli che scavi un pezzetto per volta di ciò che rimane delle mie àncore.

La quiete accompagna la tua musica bagnata, goccia dopo goccia mi ricordi il mio esistere.

Mentre scrivo cerco di capire il senso del mio essere qui ora, il senso degli incontri fatti in queste settimane con persone, piante ed animali. Voglio lasciare traccia dei loro messaggi, li stacco con minuzia dalla nebbiolina dei miei ricordi per incollarli sul dorso delle parole che imprimo sul foglio bagnato.

Ogni goccia un respiro, ogni respiro un segno d'inchiostro.


Il primo incontro è stato quindi con l'elicriso.

Camminavo nel bosco madido, la pioggia posandosi sugli aromi erbacei li liberava nell'aria, spavaldi si insinuavano nelle narici, ne potevo sentire il sapore in bocca tanto erano intensi.

Guidata da quella traccia olfattiva l'ho scorto in lontanaza, arbusto di terra arida, dalla perpetua fioritura dorata.

Io sono elicriso.

Mi prendo cura delle pelle, prima barriera contro le invasioni esterne.

Se mi raccogli non appassisco, sono tenace, caparbio, costante.

Io sono per sempre.


Poi ho incontrato gli scorpioni, tre sono quelli che ho accompagnato fuori in queste sere, neri, introversi, ma guardinghi.

Io sono scorpione.

Sono trasformazione, grotta, decomposizione.

Mondo segreto che pare immobile invece brulica di vita altra.

Sono seme che attende sotto strati rassicuranti di terra.

Sono immobilità e rinnovamento insieme.



Un altro giorno ho toccato un albero che aveva una lunghissima cicatrice a forma di cuore, ho infilato le dita nell'increspatura del tronco, ne ho seguito il perimetro, ho toccato lentamente le parti più ruvide che si erano formate per chiudere la ferita.

Io sono albero.

Ho dentro me tutto ciò che serve per guarire, per mantenermi integra, per coltivare il mio benessere.


Poi ho perduto due cose,

per poi ritrovarle, in due momenti diversi.

Il golfino blu e i sandali di Michelangelo.

E' te che voglio lasciare andare figlio del mio cuore, con il maglioncino che ti protegge le spalle e con i sandali che ti portano lontano. Spalle che possono incurvarsi se c'è troppa pressione dall'alto, sandali che non trovano la via se manca la fiducia.

E allora lascio andare anche il controllo, la mia àncora, che a tratti attracca potente.

E divento lana calda che ripara dal vento, dalla pioggia, dal passato.

E divento scarpe robuste che palpano il suolo e conducono all'orizzonte.



Un'altra mattina c'è stata la volpe.

Mai mi è capitato di incontrare così tanti animali selvatici in così pochi giorni, nell'ordine: la già citata volpe, un fagiano, un falco, una ghiandaia, un daino, un airone, una vipera.

Vi parlerò della signora rossa.

Michelangelo ed io eravamo andati ad aspettare Daniele, passeggiavamo su una strada sterrata raccogliendo ritagli di preziosissime mattonelle, erano incastonati nel suolo e noi scavavamo con dei bastoncini per estrarne i più belli e colorati. Per un momento mi sono voltata e l'ho vista, è passata sileziosissima dietro di noi, si è fermata per guardarci poi con grazia ha risalito la collina. Tu volpe mi ricordi la mia ambivalenza, il mio essere, il mio voler essere, il mio dover essere. Tu che cammini al confine tra il giorno e la notte e al confine tra la notte e il giorno, tu che cerchi al limitare del bosco, oscillando tra due realtà.

Io sono volpe ed esisto anche negli aspetti che meno riconosco fare parte di me.

Io sono volpe e mi faccio spazio.


Io sono fiore di cicoria, pezzo di cielo artigliato da un rapace, sposa del sole da quando sorge fin quando tramonta.

Io sono trasparenza, luce, faro per me stessa, Wegeleuchte, luce sul cammino.

Doni impalpabili ho ricevuto oggi,

carezze di vento,

incanti primitivi.

Esisto perchè tu esisti terra profumata,

io sono terra.

Io.





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