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Puoi amare solo quando ti concedi d'essere degno d'amore

Mamma tu urlavi. Tanto.

Se non me l'avessi raccontato tu non me lo ricorderei.

Non ti rivolgevi a qualcuno in particolare, più a tutte insieme. Ti lamentavi ad alta voce, ti disperavi, sospiravi.

No lo ricordavo.

Stamattina mentre facevo una meditazione ho sentito la mia mente dire “è lei che odi, non te” non ero proprio cosciente in quel momento, credo stessi in una specie di dormiveglia. Questa frase mi ha fatto uscire un po' dalla trance e mi ha portato a pensare: ma l'ho detto io? No, io non odio nessuno.

E invece ero stata proprio io.

Ed ho pensato a tutte quelle volte in cui mi sento inadeguata, in cui sento di avere fatto qualcosa di sbagliato, in cui faccio fatica a perdonarmi.

Ho pensato, non è te che stai odiando, questo sentimento così forte che spesso rivolgi a te stessa è in realtà per lei.

Si, tu, la mia mamma. Te che ho sempre salvato perchè se è quasi impossibile salvare mio padre, come posso non salvare almeno te? Chi mi sarebbe rimasto altrimenti?

Tu che mi ha appoggiata, sostenuta, amata infinitamente.

Tu che mi ha trascurata, che mi hai data per scontata perchè ero forte e coraggiosa, tu che non mi vedevi.

Quando inizi a scavare, a voler guardare i tuoi dolori, è come aprire un cassetto di biancheria, prima tiri fuori le magliette che stanno in cima, poi vedi che sotto ce ne sono altre, e sotto altre ancora, ti accorgi che il fondo è più lontano di quanto immaginavi.

E mi viene da sorridere perchè finalmente avevo chiuso il cerchio con mio padre, ero riuscita a riconciliarmi con lui, ed ora che dentro di me c'era tutto questo spazio, ecco che arrivi tu.

Non lo dico con rabbia o con rancore, quasi con sollievo.

Mammina mia, mai avrei creduto di riuscire a costruire una relazione così meravgliosa con te come quella che abbiamo adesso.

Mi hai amata, questo lo so, ma il messaggio non mi è arrivato così chiaramente.

Ho sofferto tanto, mi sono sentita spesso trascurata, ho sentito tanto del tuo dolore, l'ho portato con me e l'ho dato anche a Michelangelo.

Per tanto tempo ti ho desiderata diversa, mi sono allontanata da te, finchè non ho capito che non avrei mai potuto amare davvero se prima non mi fossi abbandonata al tuo di amore. Allora ho iniziato ad aprirmi, a fidarmi, a dirti tutto quello che mi aveva fatto soffrire e tu hai ascoltato. Inizialmente ti sei difesa, ma poi hai capito e hai accolto.

Di questo ti sono grata.

Credo che uno dei doni più grandi che possiamo fare ai nostri figli sia quello di accogliere la nostra (e la loro) imperfezione e volgere verso la crescita, ogni giorno un po' di più.

E' dare loro la possibilità di dirci cosa li ha fatti soffrire e di dimostrare loro che nonostante questo noi ci siamo lo stesso.

Mamma ti ho odiata, ma per una bambina piccola odiare una madre è troppo, non può, e allora ho iniziato ad odiare me stessa, adesso l'ho capito, adesso posso cambiarlo.

E se ti stessi dicendo queste parole in questo momento tu mi risponderesti: “L'odio è solo l'altra parte dell'amore”.

Questa è quindi una lettera d'amore, in cui accolgo tutto ciò che è stato e in cui mi sento piena di gioia nel pensare che tu mi cammini accanto.

Mi sembra un dono inestimabile quello di potermi mostrare esattamente per quella che sono con te.

Un dono prezioso averti qui con la tua grazia, il tuo amore.

Le tue parole sono giuste, profonde, rassicuranti.

La saggezza che attraversa ogni tua ruga arriva a placare le mie ansie.

Tu sei la mamma perfetta per me, è te che cerco quando mi sento arrancare.

Ogni tanto capita, mentre ti abbraccio, di affondare il viso nei tuoi capelli grigi. Allora chiudo gli occhi e penso “non morire, ti prego, rimani ancora po' con me”.


Una madre dona,

si fa conchiglia

e anche arco.

Cresce

di riflesso ai suoi figli e alle sue figlie.

Si fa porta

ed è anche casa

piena di luce

e calore.

Intesse trame nella propria mente e poi le scioglie

mentre guarda la verità negli occhi di chi è nato da lei.

Diventa morbida,

si modella ad ogni forma,

dona spazio

e poi si fa spazio.

Una madre sbaglia

e piange.

E ride

e culla

e accarezza.

Ognuno di noi ha una madre dentro la pelle

e la nostra capacità d'amare si fa libera

tanto quanto quell'amore

che è arrivato

anche in forma diversa

e dolorosa

viene accolto e celebrato.












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