top of page

Un bambino "difficile" è un bambino vivo


Quest'anno ho visto un bambino che portava un messaggio, non era stato ascoltato per tanto tempo, di conseguenza si era dovuto ingegnare per trovare il modo migliore per far arrivare il suo messaggio agli adulti che gli ruotavano intorno. Era un messaggio sgradito a molte orecchie, parlava di rabbia, di parole urlate, parole ferite, un messaggio che faceva male ascoltarlo e all'inizio tutti gli adulti si attappavano le orecchie, si giravano dall'altra parte, provavano a chiudere la comunicazione. Poi è successa una cosa meravigliosa: gli altri bambini e bambine, i compagni di scuola, avevano anche loro dei messaggi, ma alcuni avevano davvero tanta paura ad esprimerli, non si permettevano di manifestare il loro dolore. Loro lo avevano ascoltato bene questo bambino, e con un po' di coraggio hanno iniziato, prima a bassa voce, poi con sempre più vigore ed insistenza ad esprimere la loro sofferenza. Qui gli adulti hanno dovuto fare una scelta, avrebbero potuto continuare ad opporre resistenza oppure decidere di ascoltare. Hanno ascoltato. Cosa succede quando ascolti? Che entri in contatto con tutto quello che di te non vuoi ascoltare, che avevi sepolto, dimenticato, bruciato, disintegrato. E invece scopri che è ancora tutto lì, che brucia come lava. Che ricomincia ad eruttare. Tutto per un po' si è fermato. Tutto per un po' ha bruciato. E poi, come la ginestra che fiorisce alle pendici dell'Etna, i bambini hanno smesso di urlare, si sono sentiti capiti, accolti, ascoltati. E sono sbocciati. Ho visto con i miei occhi questa magia, ho visto adulti che hanno trovato il coraggio di osare e non si sono fermati al:"sta dando il cattivo esempio, tutti lo seguono, lo dobbiamo fermare." Quando un bambino o una bambina mantengono un atteggiamento critico, quell'atteggiamento sta comunicando cosa nel "sistema classe" (e/o sistema famiglia) non funziona e quanto quel sistema abbia bisogno di un atteggiamento di questo tipo per rimanere in vita. Eh sì, questo l'ho capito prima di tutto osservando me, ma anche parlando con una mamma che in consulenza un giorno mi disse: ma forse sono io che ho bisogno di osservare cosa non va in mio figlio per non dover guardare le mie voragini. Chiediamoci come scuola cosa quel bambino o quella bambina "difficili" stiano tenendo in vita nel sistema scolastico e cosa ci stanno dicendo di noi, del nostro modo di negare. Del nostro modo di educare (accogliere, vedere, evolvere). E poi non fermiamoci al comportamento. Facciamo una magia.







bottom of page